Omicidio Negri, il gip riapre le indagini: "Nuovi accertamenti sul Dna"

Scritto il 15/10/2025
da Cristina Bassi

"Devono essere disposte nuove indagini" sull'omicidio di Marilena Negri, la 67enne uccisa con una coltellata al collo all'alba del 23 novembre 2017, mentre portava a spasso il cane nel parco di Villa Litta. Un cold case rimasto senza colpevole (nella foto, il sospettato). Ieri il gip Alberto Carboni ha deciso di non chiudere l'inchiesta, accogliendo l'opposizione all'archiviazione presentata dai tre figli della vittima, rappresentati dall'avvocato Martino Cavalleri.

Il gip dispone da un lato l'archiviazione per l'unico indagato, un italiano di 41 anni con precedenti per rapina. L'uomo, per il giudice, va scagionato in primo luogo perché il suo Dna non è compatibile con le tracce biologiche rinvenute sulla scena del crimine. Dall'altro ordina ulteriori accertamenti genetici, così come auspicato dalla famiglia della donna uccisa. In particolare: "La trasmissione dei profili genetici denominati uomo#1 e uomo#2 ai Reparti speciali dell'Arma dei carabinieri, sedi di Parma, Roma, Cagliari e Messina, e il confronto degli stessi profili genetici con quelli contenuti nelle banche dati in uso agli stessi reparti"; di disporre "approfondimento degli accertamenti tecnici relativi ai profili genetici denominati uomo#1 e uomo#2 al fine di identificare l'origine etnica degli stessi profili genetici"; "che venga attivata richiesta internazionale di collaborazione di polizia volta a verificare la presenza di corrispondenze ai profili genetici denominati uomo#1 e uomo#2 presso banche dati estere".

Queste "indagini suppletive" a carico di ignoti, per cui il gip dà un termine di 30 giorni, sono particolarmente rilevanti. La comparazione dei due profili maschili con la Banca dati nazionale del Dna è con ogni probabilità stata eseguita dagli specialisti della Scientifica - con esito fin qui negativo - e altrettanto verosimilmente continuerà, man mano che la Banca si arricchisce di nuovi Dna. Per quanto riguarda invece i database che "sarebbero nella esclusiva disponibilità dei Ris dei carabinieri", le comparazioni sono da fare. Scrive Carboni: "Tali banche dati, che costituiscono ciascuna un sistema chiuso e non sono in rete tra loro né con la Banca dati nazionale del Dna, sono, in realtà, molto consistenti". Infine il richiamo agli accertamenti sull'origine etnica degli ignoti. "Possono essere fatti - spiega Luca Salvaderi, biologo forense - con il phenotyping, una tecnica avanzata ma ormai consolidata che a partire dalla traccia biologica permette di stabilire le caratteristiche fenotipiche (colore di capelli, occhi, pelle: è servito nel caso Yara-Bossetti, ndr). C'è poi il test sull'etnia, chiamato ancestry Dna". La famiglia ripone forti speranze nelle nuove indagini e piena fiducia negli inquirenti.