Libertà per circa 90 di oltre trecento studenti rapiti nella notte tra giovedì e venerdì nella scuola cattolica di St. Mary's, nella remota comunità di Papiri, nel nord della Nigeria. In 50 sono riusciti a fuggire, riferisce l'Associazione cristiana locale, che parla di "buone notizie in mezzo al dolore. La fuga sarebbe avvenuta approfittando di un momento di disattenzione dei sequestratori. Altri 38 sono stati liberati dalle forze di sicurezza nigeriane.
Il rapimento di massa, l'ennesimo in una regione segnata da violenze croniche, non è stato ancora rivendicato, anche se i guerriglieri sembrano essere vicini a Boko Haram. Le autorità nigeriane hanno dispiegato squadre tattiche e gruppi di cacciatori locali per rintracciare i responsabili e garantire la liberazione degli ostaggi. È l'ennesimo episodio di una crisi che da quasi vent'anni insanguina il nord del Paese: un'insurrezione jihadista che ha causato oltre 40mila morti e due milioni di sfollati.
La spirale di violenze non conosce confini. Pochi giorni fa, a Ndop, nel Camerun nord-occidentale, sei sacerdoti cattolici dell'arcidiocesi di Bamenda sono stati rapiti da un commando. Anche in questo caso, nessuna rivendicazione, ma una scia di paura crescente nelle comunità cristiane che vivono in aree sempre più esposte a gruppi separatisti, milizie locali o bande criminali che sfruttano caos politico e fragilità istituzionale.
Il moltiplicarsi degli attacchi ha spinto Papa Leone XIV a lanciare un appello pubblico durante l'Angelus in piazza San Pietro. "Sento forte il dolore soprattutto per i tanti ragazzi e ragazze sequestrati e per le loro famiglie angosciate", ha detto il Pontefice al termine della messa, chiedendo ai rapitori "che gli ostaggi vengano subito liberati ed esorto le autorità competenti a prendere decisioni adeguate e tempestive per assicurarne il rilascio. Preghiamo perché chiese e scuole restino ovunque luoghi di sicurezza e speranza". Il presidente Bola Tinubu ha confermato intanto il salvataggio dei 38 fedeli rapiti a Eruku, nello stato di Kwara, attribuendo l'operazione agli sforzi costanti delle forze di sicurezza nigeriane negli ultimi giorni.
Il deteriorarsi della situazione in Africa occidentale non è passato inosservato a Washington. Dopo le minacce di Trump di colpire militarmente i miliziani jihadisti, il Segretario alla Difesa Pete Hegseth ha incontrato il Consigliere per la Sicurezza Nazionale nigeriano, Mallam Nuhu Ribadu, per discutere su condivisione di intelligence, rafforzamento delle forze locali e cooperazione nel monitoraggio dei gruppi armati tra Nigeria, Camerun e Niger.