Quei silenzi che nutrono l'antisemitismo

Scritto il 03/08/2025
da Victor Fadlun

Di Victor Fadlun*

Mi hanno colpito molto le parole di Eli Sultan, l’ebreo francese aggredito non solo verbalmente davanti al figlio di 6 anni in un Autogrill vicino a Milano. «Il nostro compito è continuare a vivere. È importante che gli ebrei non si nascondano, che non si lascino spaventare», ha detto in un’intervista a Shalom.
«Dobbiamo proteggerci, sì, ma anche farci vedere. La responsabilità è collettiva: quella mattina ho capito che proteggere mio figlio non è solo un mio dovere. È un dovere di tutti. In un certo senso, significa difendere la nostra identità». Episodi come quello di Milano stanno diventando ricorrenti, in Italia e nel mondo. Penso all’oltraggio alle pietre d’inciampo, che ricordano il rastrellamento nazifascista a Roma del 16 ottobre 1943 e coloro che non hanno fatto ritorno dai campi di sterminio. Penso alle frasi terribili urlate nelle piazze Pro-Pal: «Morte all’ebreo» o «Palestina libera dal fiume al mare», che coincide con il sogno perverso degli Ayatollah in Iran, o di organizzazioni terroristiche come Hezbollah e Hamas. Penso al progetto di cancellare Israele dalle mappe, alla censura e contestazione violenta in alcune Università di giornalisti colpevoli solo di essere ebrei. Al boicottaggio degli atenei e istituti di ricerca israeliani. O alla violenza di influencer antisemiti e ai molti commenti che riesumano i più biechi cliché di un odio antiebraico che speravamo superato.
Penso alla riproposizione di concetti come l’Israelismo, per cui l’ebraismo in quanto religione avrebbe una radice nazionale sanguinaria. Ciò che sconvolge la nostra Comunità è rivedere attorno a noi tutto il repertorio del peggiore antisemitismo del secolo scorso, a volte con le stesse parole e la stessa malvagia ignoranza. Sempre di più ci imbattiamo nei tratti distintivi di un antisemitismo che corrisponde alla definizione universalmente accettata dell’Ihra, l’Alleanza internazionale per la memoria della Shoah. Un odio rivolto pure contro i non ebrei, che genera doppiopesismo verso Israele, rimozione del 7 ottobre, ribaltamento della verità storica con l’accusa di «genocidio» allo Stato ebraico, confusione tra Israele ed ebrei o Comunità ebraiche, e le fake Pro-Pal che sui media passano inosservate mentre un reportage sul campo di Giovan Battista Brunori al Tg1, sugli aiuti che arrivano nella Striscia ma non vengono distribuiti, assolutamente veritiero, provoca una levata di scudi contro il suo autore. Anche noi ebrei italiani siamo costretti a guardarci le spalle se indossiamo la kippah. L’antisemitismo non è nato con la guerra di Gaza, ed è inquietante che sia cresciuto a dismisura dopo il 7 ottobre. La cosa più grave, però, è che quest’odio antiebraico è alimentato oggi dalla propaganda di un fronte politico che spazia in una certa sinistra, grillina e non solo, forte delle accuse e omissioni della leadership attuale del Pd e dei 5 Stelle, dall’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte alle frange estreme. E ancor di più si nutre dei loro silenzi, della timidezza o reticenza con la quale in molti evitano di condannare come dovrebbero, Costituzione alla mano, i casi di antisemitismo e in questo modo li avallano. Penso alle bandiere palestinesi esposte sulle facciate degli edifici pubblici.
Penso all’incongrua e surreale richiesta a noi italiani ebrei di prendere le distanze da Israele, quando oltretutto ci sono ancora 50 rapiti ebrei e israeliani nelle mani dei terroristi a Gaza. La guerra finirebbe subito se venissero liberati, ma non sentiamo invocarne con forza la restituzione alle famiglie.
Penso a chi accusa Israele di affamare Gaza, quando i veri affamatori di Gaza sono quelli di Hamas, e non dal 7 Ottobre ma da molto prima. Conte, Elly Schlein e gli altri, amministratori locali come il Sindaco di Bologna, sono consapevoli di cavalcare il crinale pericoloso di istinti antisemiti che già in passato si sono rivelati devastanti? Noi ebrei di Roma non abbiamo paura, ma siamo preoccupati. Vediamo i rischi di questa deriva antisemita e antidemocratica.
E da italiani prima ancora che da ebrei, chiediamo alla classe politica: aprite gli occhi sull’antisemitismo, prima che sia troppo tardi.
*Presidente della Comunità ebraica di Roma.